Vintage Look- Come rendere diversa la resa di un obiettivo senza cambiare lente. Vintage Look - How to Achieve a Different Lens Effect Without Changing the Lens.
Prova dei filtri Cinebloom. Sessione di ritrattistica “1950’s Mood” con Sofia. Bonus di alcune foto street e qualche ritratto extra.
Testing Cinebloom Filters. Portrait Session '1950's Mood' with Sofia. Bonus: Some Street Photos and some other portraits.
La noia del perfezionismo. E l’enorme valore dell’errore.
The Boredom of Perfectionism and the Enormous Value of Mistakes.
Ed un piccolo suggerimento culturale. Un grandissimo libro sulla fotografia.
And a Small Cultural Tip: A Great Book on Photography.
In un’epoca in cui le ottiche e le macchine digitali sono diventate sempre più perfette, cliniche, asettiche, i trend sono cambiati sopratutto grazie alle tendenze imposte dai giovanissimi. Non si è più alla ricerca spasmodica della nitidezza, della perfezione ottica, del contrasto il più elevato possibile. Ma paradossalmente la ricerca estetica delle avanguardie ha spostato la sua attenzione sulla resa delle vecchie pellicole. L’occhio si sposta su toni e contrasti molto delicati, passaggi tonali molti tenui, ricchezza tonale e matericità - si veda ad esempio la grana della pellicola, i graffi, le infiltrazioni di luce.
Che l’errore non sia un errore in fotografia è un dato di fatto ormai da decine di anni. A tal proposito non mi stancherò mai di consigliare “L’ Errore Fotografico. Una breve storia” di Clément Chéroux. un piccolo gioiellino che farebbe benissimo anche alle nuove generazioni di fotografi. Dagli errori non solo si impara ma nascono interi movimenti artistici e tecniche. Si pensi alla tecnica di Man Ray. La solarizzazione, che in realtà dobbiamo alla sempre sottovalutata Lee Miller. Che di talento e di ingegno ne vantava almeno tanto quanto Man Ray. Ma questa è un’altra storia e ce ne occuperemo un’altra volta.
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In an era where lenses and digital cameras have become increasingly perfect, clinical, and aseptic, trends have shifted mainly due to the influences imposed by the younger generations. The obsessive search for sharpness, optical perfection, and the highest possible contrast is no longer the focus. Paradoxically, the aesthetic exploration of the avant-garde has turned its attention to the rendering of old films. The eye is now drawn to very delicate tones and contrasts, subtle tonal transitions, tonal richness, and texture—consider, for example, the grain of the film, scratches, and light leaks.
It has been a fact for decades now that mistakes are not mistakes in photography. In this regard, I will never tire of recommending 'The Photographic Error. A Brief History' by Clément Chéroux, a little gem that would greatly benefit the new generations of photographers. From mistakes, not only do we learn, but entire artistic movements and techniques are born. Consider Man Ray's technique of solarization, which we actually owe to the often underestimated Lee Miller. She had as much talent and ingenuity as Man Ray, if not more. But that's another story, and we will delve into it another time.
Un’immagine più reale, meno artificiale e più delicata.
A MORE REAL, LESS ARTIFICIAL, AND MORE DELICATE IMAGE.
In questo mondo, quindi, è tornata alla luce questa nuova voglia di riscoprire una visone più naturale, semplice, pulita. Se pensiamo alle immagini dei televisori 4K - mezzo che peraltro viene utilizzato pochissimo da tutte le ultime generazioni - ed alla loro plasticità irreale, il loro contrasto esagerato e colore ipersaturo, non esiste nulla di più lontano da questa ricerca, da questa nuova tendenza. Forse è anche un modo per scardinare una pesantezza formale di un mondo che non esiste più. Forse è una parte di umanità che ricerca di tornare a radici più sane e meno artefatte. Chissà. Ma è un bel simbolo, che io apprezzo moltissimo. I giovani devono scardinare le regole e far apparire nuove prospettive e visioni.
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In this world, a new desire has emerged to rediscover a more natural, simple, and clean vision. If we think of the images on 4K televisions—a medium that the latest generations hardly use at all—with their unreal plasticity, exaggerated contrast, and oversaturated colors, nothing could be further from this new trend. Perhaps it's also a way to break away from the formal heaviness of a world that no longer exists. Perhaps it's a part of humanity striving to return to healthier, less artificial roots. Who knows? But it is a beautiful symbol that I greatly appreciate. Young people need to break the rules and bring forth new perspectives and visions.
Le Ottiche. Un’evoluzione Asettica.
Lenses: An Aseptic Evolution.
Le ottiche fotografiche moderne sono enormemente superiori a quelle costruite e progettate anche solo 25 anni fa. Figuriamoci se azzardiamo confronti con ottiche degli anni 60 o 70 del secolo scorso. Eppure si è perso qualcosa. Se andiamo a ripescare le ottiche leggendarie di tanti anni fa possiamo trovare tanti tipi di rese diverse. Alcuni la chiamano “pasta”. Sta di fatto che la resa non era qualcosa di neutro, le firme degli obiettivi erano piuttosto semplici da riconoscere. Uno dei vetri che ho già amato in vita mia fu il Noct Nikkor 58 f1.2 AIs. Un obiettivo strepitoso, dotato di una capacità di lettura delle ombre, di una tridimensionalità e di una delicatezza nello stacco tra la zona a fuoco e fuori fuoco, semplicemente impressionante. Lo sfocato è particolarissimo e si riconosce con un solo colpo d’occhio. Un altro obiettivo incredibile è il Leica 50 f1.4 Summilux Pre Asph. Nitido, nitidissimo, corretto ma dotato di una serie di caratteristiche, tra cui una delicatezza tonale impressionante, semplicemente uniche.
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Modern photographic lenses are vastly superior to those built and designed even just 25 years ago. Imagine comparing them to lenses from the 60s or 70s of the last century. Yet, something has been lost. If we look back at the legendary lenses of many years ago, we can find a variety of different renderings. Some call it 'character.' The fact is, the rendering wasn't something neutral; the signatures of the lenses were rather easy to recognize. One of the lenses I've always loved is the Noct Nikkor 58 f1.2 AIs. An extraordinary lens, it possesses an impressive ability to read shadows, a three-dimensionality, and a delicacy in the transition between in-focus and out-of-focus areas. Its bokeh is very distinctive and recognizable at a glance. Another incredible lens is the Leica 50 f1.4 Summilux Pre Asph. Sharp, extremely sharp, and optically correct, yet endowed with a series of unique characteristics, including an impressive tonal delicacy.
L’asetticità moderna
MODERN ASEPTICISM
Oggi è esattamente il contrario. Le ottiche sono diventate assolutamente perfette. Nitide, corrette, perfettamente in grado d lavorare a grandissime aperture di diaframma anche con moltissima luce e contrasti esasperati senza problemi. Eppure vi sfido a riconoscere un’ottica da un’altra. Impresa disperata, praticamente impossibile. E ve lo sta scrivendo un vero nerd delle ottiche, uno dei pochi in grado di riconoscere le ottiche che conosco a menadito anche su file post prodotti. Eppure, la fatica, rispetto al passato è tantissima. In una sola frase: la perfezione moderna si paga con l’essere completamente trasparenti. Il carattere non esiste più. Intendiamoci, qui si sta parlando per linee generali, in linea di massima.
Ci sono degli esempi splendidi anche in chiave moderna. Come il 35 f1.4 Fuji per il sistema “X”. Il Sigma 45 f2.8 ha un filo di aberrazione sferica residua non corretta a tutta apertura che le dona una certa delicatezza a tutta apertura. Stesso discorso per il Voigtlander 50 f1.2 o il 40 f1.2 sempre della stessa linea ( li trovate con varie baionette, ad esempio la baionetta Leica M o la baionetta Sony E o la baionetta Nikon Z, etc, etc ). Ma il più delle volte il tipo di rendering, di resa, è assolutamente estremamente simile, asettica, trasparente. Diventa complicato distinguere una pur eccellente ottica Sony GM da un Nikkor di fascia alta o da un Canon.
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Today, it's exactly the opposite. Lenses have become absolutely perfect. Sharp, accurate, and perfectly capable of working at wide apertures even with lots of light and exaggerated contrasts without any problems. Yet, I challenge you to distinguish one lens from another. It's a desperate, almost impossible task. And this is coming from a true lens nerd, one of the few who can recognize lenses I know inside out, even on post-processed files. However, compared to the past, the effort is immense. In one sentence: modern perfection comes at the cost of being completely transparent. Character no longer exists. Mind you, this is speaking in general terms, broadly speaking.
There are splendid examples even in the modern era. Like the Fuji 35 f1.4 for the 'X' system. The Sigma 45 f2.8 has a hint of residual spherical aberration at full aperture that gives it a certain delicacy. The same goes for the Voigtlander 50 f1.2 or the 40 f1.2 from the same line (you can find them with various mounts, such as the Leica M mount, Sony E mount, Nikon Z mount, etc.). But most of the time, the type of rendering is extremely similar, aseptic, and transparent. It becomes difficult to distinguish an excellent Sony GM lens from a high-end Nikkor or a Canon.
I Filtri Cinebloom della Moment.
The Cinebloom Filters by Moment
Non sono mai stato un grande fan dei filtri. Ho sempre pensato che la scelta ponderata di un’ottica sia molto complessa e comprenda una lunga serie di fattori, non per ultimo il tipo di resa complessiva. Quindi ho sempre evitato di usare filtri per non “sporcare” quella resa che tanto avevo cercato. Naturalmente ci sono sempre eccezioni. Ci sono dei filtri irrinunciabili, come i filtri ND. Che ci aiutano ad allungare considerevolmente i tempi in situazioni di lunghe esposizioni. O i filtri polarizzatori. O i filtri più creativi. Uno di questi è proprio il Cinebloom della Moment. Per la verità ne esistono anche altri interessantissimi, come il Cine Flare Streak Filter, sempre della Momentum, ma ci torneremo più in lù.
Soffermiamoci sul Cinebloom. Intanto esiste in tre gradazioni diverse: 5, 10 e 20%. Più si sale di intensità e più l’effetto sarà forte. Sostanzialmente quello che fanno questi filtri è abbassare un po il contrasto rendendo i passaggi tonali più delicati, creano un effetto soffuso, un bagliore ( glare ) intorno ai punti luce. Rendono l’immagine più delicata, meno clinicamente perfetta, più naturale ed ammorbidiscono i punti luci rendendoli meno netti, appunto, mediante la diffusione di questo bagliore. Possono essere usati in situazioni diversissime tra loro. In ritrattistica ammorbidiscono il contrasto ed il micro contrasto rendendo l’incarnato più delicato, ad esempio. I riflessi sui vetri, le luci puntiformi in città di notte, i riflessi su vetri e lamiere assumono confini meno definiti, appunto, diffondendo un bagliore più o meno intenso. Ammorbidiscono rendendo meno nervoso il bokeh dell’ottica. Possono aiutare a ricreare un’atmosfera più onirica. Dipende da quale contesto decidiamo di sfruttare per utilizzarli e da che intensità utilizziamo. Certo non sarà come utilizzare il canon 50 f0,95, ottica incredibile tirata fuori da Canon nel 1961. Oramai oggetto di culto e difficile e costosa da trovare. Ma possiamo trasformare davvero la resa della nostra ottica in modo più o meno marcata.
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I've never been a big fan of filters. I've always thought that the careful selection of a lens is very complex and includes a long series of factors, not least the overall rendering. So, I've always avoided using filters to avoid 'muddying' the rendering I had worked so hard to achieve. Of course, there are always exceptions. Some filters are indispensable, such as ND filters, which help us significantly extend exposure times in long exposure situations, or polarizing filters, or the more creative filters. One of these is the Cinebloom by Moment. To be honest, there are other very interesting ones, like the Cine Flare Streak Filter, also by Moment, but we will return to that later.
Let's focus on the Cinebloom. It comes in three different strengths: 5%, 10%, and 20%. The higher the intensity, the stronger the effect. Essentially, what these filters do is slightly lower the contrast, making the tonal transitions more delicate, creating a soft, diffused glow (glare) around light points. They make the image more delicate, less clinically perfect, more natural, and soften the highlights, making them less sharp by diffusing this glow. They can be used in very different situations. In portraiture, they soften the contrast and micro-contrast, making the skin tone more delicate, for example. Reflections on glass, pinpoint lights in the city at night, reflections on glass and metal take on less defined boundaries, diffusing a more or less intense glow. They soften the lens's bokeh, making it less harsh. They can help recreate a more dreamy atmosphere. It depends on the context in which we decide to use them and the intensity we choose. Of course, it won't be like using the Canon 50 f0.95, an incredible lens released by Canon in 1961, now a cult object and difficult and expensive to find. But we can truly transform the rendering of our lens more or less markedly.
Introduciamo carattere e difetti. Cerchiamo di mitigare la noiosa perfezione alla ricerca di un’estetica più nuova, che si rifà ai canoni del passato.
Let's introduce character and flaws. Let's try to mitigate boring perfection in the pursuit of a newer aesthetic that harks back to the standards of the past.
Gli effetti sono completamente modulabili. Il filtro al 5% è davvero molto delicato. Ma se cerchiamo di estremizzare questo tipo di resa nulla ci vieta di sovrapporre un filtro al 10% ad uno al 20%, ad esempio. Oltre il 30% ancora non ho provato, ma vi terrò aggiornati. Vi lascio di seguito una serie di foto per capire le differenze tra scatti con i diversi filtri Cinebloom di diverse intensità. Troverete nelle didascalie le varie scelte fatte da me in fase di scatto. Complete di setup. Così avrete una serie di riferimenti.
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The effects are completely adjustable. The 5% filter is very subtle. However, if we want to push this type of rendering to the extreme, nothing prevents us from stacking a 10% filter on top of a 20% filter, for example. I haven't tried going beyond 30% yet, but I'll keep you updated.
Below, you'll find a series of photos to illustrate the differences between shots taken with the various Cinebloom filters of different intensities. The captions will include the choices I made during the shoot, complete with setup details, providing you with a series of references.
Conclusioni
Conclusions
Abbiate il coraggio di sbagliare. Di cercare strade nuove. Non cancellate mai i vostri errori perché possono sempre trasformarsi nel più grande alleato che potrete mai avere.
Non si sbaglia mai, in realtà. Se non abbiamo avuto successo, semplicemente, abbiamo imparato qualcosa. Sempre che quel qualcosa non si sia stato inavvertitamente cancellato. I filtri Cinebloom sono un esempio perfetto di questo. Introducete variabili, osate. Ma osate anche in maniera meno controllata che i filtri. Abbiate il coraggio di battere strade anche meno coscienti. Ogni tanto è indispensabile perdersi e di avere il coraggio di non controllare tutto. Per me è l’unico modo per trovare nuove direzioni.
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Have the courage to make mistakes. To explore new paths. Never erase your errors because they can become your greatest ally.
You never truly fail. If we don't succeed, we simply learn something. As long as that something hasn't been inadvertently erased. The Cinebloom filters are a perfect example of this. Introduce variables, dare to experiment. But also dare in ways less controlled than with filters. Have the courage to tread less conscious paths. Sometimes it is essential to get lost and to have the courage to not control everything. For me, it's the only way to find new directions.